sabato 2 aprile 2011

Il GATTO NERO....

Nella casa dove vive un gatto nero non mancherà mai l'amore. (credenza inglese) Quando i verdi occhi di un gatto scrutano dentro di voi potete essere certi che qualunque cosa intendano dirvi è la verità. ( Lillian Moore).

Esiste una teoria che associa il colore del mantello di un gatto al suo carattere: quelli neri esprimono infatti tutto il loro carattere forte, coraggioso e indipendente, lunatico, ma anche molto tollerante verso gli altri mici. Nel corso della storia, il gatto nero è diventato emblema di sfortuna e preannuncio di cattivi presagi, anche se non è sempre stato cosi: Nell’antico Egitto il gatto nero era considerato simbolo di fortuna, le famiglie che lo possedevano si ammalavano di meno, essendo abile nel catturare topi, scorpioni e serpenti, portatori di morte e malattie. Inoltre era associato al culto di Iside, la dea gatta, padrona della notte, che nella cultura greca diventerà la cacciatrice Artemide. Purtroppo con l’avvento del cristianesimo la volontà di soppiantare i culti pagani portò a trasformare i gloriosi Déi antichi in creature mostruose e diaboliche: Iside e il gatto nero furono descritti come esseri pericolosi e legati al diavolo. Di sicuro il medioevo fu un’ epoca buia anche per i gatti. Quelli neri erano scelti per imbarcarli sulle navi dei pirati, perché erano considerati più abili nel dare la caccia ai topi; vederne uno per strada significava, dunque, che una nave pirata era ormeggiata nei paraggi; un gatto nero era poi il terrore delle cavalieri, infatti era poco visibile al buio per via del colore e così faceva imbizzarrire i cavalli. Ma i gatti neri sopratutto erano considerati compagni diabolici delle streghe sia per il colore, che per la loro consuetudine di uscire di notte: chi ne possedeva uno era condannato al rogo; era il tempo della caccia alle streghe e milioni di gatti furono sterminati insieme a ignare donne accusate di praticare le arti magiche. Nel corso dei secoli ai gatti, specie quelli neri è stata usata ogni sorta di tortura: arsi vivi, buttati giù dalle torri, seppelliti e murati vivi nelle fondamenta delle case.


Anche oggi tanti bellissimi mici oggi vengono uccisi solo per il colore del loro manto, solo perché oggetto di false superstizioni. Ed è ancora dura a morire la credenza che se un gatto nero ti attraversa la strada ti porterà sventura. Proprio per porre fine a tutto ciò, l’anno scorso si è tenuto, il 17 novembre, “il gatto nero day” la prima giornata nazionale dedicata alla tutela delle nostre piccole pantere domestiche. Ci sono tante storie sui gatti neri, eccone due: Nel trecento Dick Whittington, viveva in Inghilterra, a Londra. Era di famiglia poverissima e non riusciva più a tirare avanti. L’unica cosa che possedeva era un gattino nero, dal pelo lucidissimo, comprato per un penny. Proprio grazie a questo gatto, formidabile cacciatore di topi, Dick fece la sua fortuna: il gattino si infilò nel palazzo Reale, infestato da ratti, e riuscì a catturarli tutti. Il Re, per riconoscenza, donò immense ricchezze al proprietario e da allora Dick dimenticò miseria e povertà. Edgar Allan Poe ha scritto un breve racconto intitolato “il gatto nero”. Narra di un uomo che aveva un debole per un gatto nero, chiamato Pluto. A causa del vizio del bere, l'uomo diviene irascibile ed irrispettoso verso tutti. Un giorno torna a casa "ubriaco fradicio", trovandosi Pluto fra i piedi lo maltratta, gli cava un occhio e alla fine lo impicca. Pochi giorni dopo la casa va a fuoco e su uno dei muri bruciati sembra comparire l’immagine di un enorme gatto dal cui collo penzola una corda. Dopo un po’, rimpiangendo il povero animale, l’uomo cerca e trova un altro gatto nero, quasi identico all’animale ucciso, perfino senza un occhio, ma con una grossa macchia bianca, di forma irregolare che gli copriva il petto. Lo prende con se, ma col tempo quella striscia prese a ricordargli il vergognoso atto che aveva commesso impiccando Pluto. Così inizia ad odiare anche quel gatto. Pieno di rabbia, prende un'ascia e comincia a tirar colpi dappertutto e, solo quando smette, si accorge di aver ucciso la moglie. L’uomo allora mura il corpo della donna morta in una parete della casa. Passano i giorni, il gatto non si vede più in giro e la polizia non riesce a venire a capo della misteriosa scomparsa della moglie. Un giorno la polizia decide di ispezionare la casa e il gatto, murato vivo insieme alla donna, inizia a miagolare facendo scoprire il delitto. Un servizio di Angelica D'Urso, mx capodanno .. e TITO...la pantera del Pastiniello

1 commento:

Anonimo ha detto...

il gatto è bello...ma la padrona si è che una pantera!