mercoledì 24 settembre 2014

“Che bello lavorare!”, un libro di VINCENZO RUSSO


Presentato questa sera sulla terrazza della Biblioteca Comunale  per "Serate d'Autore" la rassegna letteraria organizzata dall'Associazione Posidonia, dal Comune di Positano e da Positanonews come mediapartner . L' ultima opera di Vincenzo Russo  edita da Homo Scrivens e dedicata all’attualissimo tema del mobbing, che prende le mosse da una storia autentica. Relatrice della presentazione del libro Pamela Cuomo, laureanda in Giurisprudenza  Moderata la serata  daMaria Rosaria Manzini.

Vincenzo Russo con Pamela Cuomo che questa sera ha recensito il libro “Che bello lavorare!” poco prima della presentazione a Positano nella Biblioteca Comunale.
Mi dice Pamela:

Vincenzo Russo. Scrittore e animatore culturale, presidente dell’associazione “Talenti Vesuviani”, è responsabile del “Premio Nazionale di Poesia città di San Giorgio a Cremano”. Tra i riconoscimenti ricevuti, la Medaglia d’oro dello Stato Vaticano e il Premio Internazionale alla Cultura della Universum Academy Switzerland.Fortemente impegnato nel sociale, infatti uno degli obiettivi di questo libro è raccogliere fondi per l’Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare.


"Quanto è pulito il mondo del lavoro? E quanto i lavoratori sono realmente tutelati contro i soprusi e le ingiustizie, le violenze psicologiche e persino fisiche? Quanto vale la dignità di una persona? E quanto costa calpestarla, in termini umani e aziendali? Troppo, benché troppo spesso lo si ignori. Questa è la storia di Marirò, una giovane entusiasta della vita e del lavoro, che finisce vittima di pressioni e soprusi da parte" dei superiori. Finché non trova in se stessa, e nel suo profondo senso di giustizia, le chiavi d'accesso per una risalita morale e professionale, che diverrà paradigmatica anche per altri lavoratori. Vincenzo Russo racconta con coinvolgimento e dovizia di dettagli il travagliato percorso di caduta e rinascita di una giovane donna, inizialmente destinata a una vita piena di successi e poi condannata a subire tutte le vessazioni tipiche del mobbing: retrocessione sul lavoro, imposizione di regole ingiuste contrarie alle norme contrattuali, minacce, isolamento. "

il Prof. ing. Romolo Ercolino, storico di Positano,  con Vincenzo Russo : uno scambio dei ralativi libri.

Una foto ricordo: Romolo Ercolino la regista Chiara D'Amico autrice di numerosi filati televisivi sulla Costa D'Amalfi , Vincenzo Russo e Pamela Cuomo relatrice del libro.

dice Pamela della protagonista di " Che bello Lalorare" : 
" Marirò approdata a Napoli viene assunta da un’importante azienda di telefonia mobile e, grazia alla sua dinamicità e voglia di fare, non tardano ad arrivare le prime soddisfazioni professionali. E’ pronta a mettersi in discussione, entusiasta di essere entrata a far parte di una grande famiglia, di partecipare al gioco di squadra, per raggiungere gli obiettivi predisposti. Ogni qualvolta varca la soglia d’ingresso dell’azienda le sembra di vivere in un’atmosfera fiabesca. Tanto è vero che mai si sarebbe immaginata che dopo pochi anni quell’ambiente così sereno, quasi irreale, si sarebbe trasformato in un vero e proprio incubo. Giorno dopo giorno, alla inconsapevole giovane vengono tolte dignità e speranze, tramite un continuo, spossante, cambiamento di mansioni e piccole meschinità che minano l'autostima. È il degrado dei rapporti umani che viene qui rappresentato, il mobbing squarcia una apparenza di realizzazione personale, mostrando una realtà tutt’ altro che gratificante: Marirò è sola e il gruppo tende ad accanirsi sul più debole tanto che prevale il sistema dell’ homo homini lupus”.
Vincenzo Russo con una maglietta  raffigurante Totò: " Siamo uomini o caporali ?"
" questa è la storia di Marirò, una giovane entusiasta  della vita e del lavoro, che finisce  vittima  di pressioni e soprusi da parte dei superiori........" Russo continua : " Il libro è interessante e non vi annoierà- Vuole essere una denuncia , un consiglio di  vita contro il mobbing " ....

 Un momento toccante della serata è la lettura di un brano del libro a pag. 164 :
 " Chi è onesto crea fastidi, chi ha personalità crea fastidi, chi non si vende crea fastidi. Se ti attaccano, è perché sono consapevoli di essere inferiori.  La lealtà produce una forza interiore, davanti alla quale i caporali capitolano.  La dignità ha il peso specifico dell'acciaio, ti rende invulnerabile, alimenta il senso della giustizia. Non bisogna temere i propri simili, nessuno al mondo nasce con il diritto di calpestarti, e anche se l'erba calpestata diventa comunque un sentiero, fai in modo che sia tu a calpestarla. Se nella tua  mente affiorano i dubbi, aggiornati, il sapere rende l'uomo libero ......."  

sempre la Cuomo: dice:
Vincenzo Russo descrive con precisione e senza giri di parole le dinamiche del mobbing e le sue conseguenze.     Questo racconto è ispirato a fatti realmente accaduti  e offre una testimonianza su  un fenomeno frequente ma purtroppo poco denunciato.
In Italia non esiste una legislazione specifica in materia di mobbing e quindi il fenomeno non è configurato come fattispecie tipica di reato a sé stante. Gli atti di mobbing possono però rientrare in altre fattispecie di reato, previste dal codice penale, quali le lesioni personali gravi o gravissime


Visto che Vincenzo ha a cuore proprio come me Papa Giovanni Paolo II vorrei citare una sua enciclica che a mio avviso riassume al meglio qualche indicazione che il sistema delle imprese dovrebbe tenere in maggiore considerazione:
" la creazione di profitti è uno dei primi indicatori del buon andamento di un’ azienda.
Ma non sempre questo segnala che l’ azienda stia adeguatamente servendo la società. E’
possibile che i conti economici siano in ordine ma che gli uomini, che
costituiscono il patrimonio più prezioso dell’ azienda, siano umiliati ed offesi nella loro
dignità. L’ impresa deve essere una comunità solidale, non chiusa negli interessi
corporativi, per tendere ad una “ecologia sociale” del lavoro, contribuendo al bene
comune”. Ciò significa che indipendentemente dal suo contenuto oggettivo il lavoro deve essere orientato verso il soggetto che lo compie, perché lo scopo del lavoro rimane sempre l’ uomo.

 

 

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